Segue da Relazione tra misofonia e fonofobia

Correlazioni ancora oscure. Ma quali sono le cause? “Ho il sospetto che sia una variante del disturbo ossessivo-compulsivo, che tende a presentarsi all’improvviso, in questa fascia d’età, in particolare quando sono in atto i processi che riguardano i cambiamenti biochimici nelle regioni centrali e inferiori del cervello. Ad oggi, comunque, non ne abbiamo ancora alcuna certezza”.
Lo stesso vale per le possibili terapie, anche se le terapie per contrastare la misofonia assomigliano a quelle adottate per aiutare la ragazza malesiana di cui abbiamo appena parlato. “Tuttavia – afferma la dottoressa Johnson – sono molti i trattamenti sperimentati. Attualmente, come approccio dominante, si è affermato un piano di trattamento che io stessa ho sviluppato sulla base della terapia anti-acufene del Dott. Jastreboff, la Tinnitus Retraining Therapy. L’ho chiamato Misophonia Ma-nagement Protocol (MMP) e sto collaborando con altri undici audiologi americani per perfezionare e approfondire i vari aspetti di questo trattamento. L’MMP, finora, è stato applica-to nella sua interezza su un totale di 65 pazienti, che hanno ri-scontrato miglioramenti significativi. In sostanza, il programma consiste nell’associare la terapia sonora al counseling psicolo-gico”.
Johnson è convinta che il suo programma potrebbe essere utile per un numero di pazienti ben maggiore, visto che il problema della misofonia spesso non viene ancora riconosciuto. “Il mio desiderio – auspica – è che tutti coloro che soffrono di misofonia sappiano che si tratta a tutti gli effetti di un disturbo fisiologico, come il diabete, ad esempio, e che, quindi, si tratta di una vera malattia. Nessuno diventa misofono con la forza del pensiero o soltanto per motivi di stress emotivo. È una malattia vera e propria, con caratteristiche specifiche. E noi possiamo aiutare a gestirla. Spero vivamente che, un giorno, la ricerca faccia passi decisivi in tal senso e che riesca, grazie alle tecniche evolute di imaging, a rivelare la vera origine di questo disturbo, indicando la strada verso una cura condivisa”.
Bene, ho imparato davvero tante cose su misofonia e fonofobia. Anzi, anche una in più… la paura del telefono, in effetti, ha un suo nome proprio. Lo conoscete? Si chiama telefobia.

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