Una cura per l’ipoacusia? parte 1/4
Cellule “miracolose” Le cellule staminali, in sostanza, sono delle cellule “pure e intatte” in grado di trasformarsi in altri tipi più differenziati, come le cellule nervose, quelle epiteliali o muscolari. Le cellule staminali vengono ormai utilizzate per una vasta gamma di patologie e disturbi: l’Alzheimer, la riparazione delle ossa, l’indurimento o il restringimento delle arterie, l’ipoacusia, le malattie a carico del cuore e del fegato, i danni polmonari, il morbo di Parkinson, l’artrite reumatoide, le lesioni spinali, l’ictus, la guarigione delle ferite.
Le cellule staminali vengono ormai utilizzate a scopo di sperimentazione in tutto il mondo nel tentativo di trovare soluzioni ad un numero sempre crescente di malattie, dalle distrofie fino all’Alzheimer. Nella maggior parte di queste ricerche si utilizzano cavie di piccoli animali.
Effetti positivi su topi e gerbilli Anche le sperimentazioni per trovare una cura contro l’ipoacusia sono cominciate così, utilizzando dei topolini di laboratorio. Ai piccoli roditori ipoacusici sono state somministrate iniezioni di cellule staminali, con risultati incoraggianti. Alcuni ricercatori giapponesi, ad esempio, hanno utilizzato staminali prelevate dal midollo osseo e le hanno iniettate nella coclea di topi con deficit uditivo, indotto per via farmacologica. Sebbene una ipoacusia di questo tipo sia destinata comunque a risolversi col tempo, durante lo studio si è notato che i topolini trattati con le cellule staminali riuscivano meglio degli altri a recuperare la loro funzionalità uditiva. Alcuni scienziati australiani, invece, hanno utilizzato cellule staminali nasali che, iniettate anch’esse nella coclea di topi, sembrano aver avuto effetti positivi contro l’ipoacusia.

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