L’ipoacusia può riguardare anche i bambini, ed è assai importante che gli adulti vicini al piccolo, prestino attenzione ad alcuni aspetti per riscontrare per tempo la presenza di questo problema.
In caso di manifestazione di un caso di ipoacusia nei bambini, è molto improbabile che siano i piccoli ad comunicare le loro difficoltà a sentire. Non avendo loro un termine di paragone, i bambini non possono realizzare di avere tale difetto, oltre tutto essi sono in una fase della vita in cui i sensi e le capacità relazionali hanno iniziato da poco a svilupparsi.
Per questo motivo è importante conoscere le normali tappe uditive dei bambini, in modo da avere noi adulti un termine di paragone.:
A circa 9 mesi il piccolo inizia a comprendere semplici parole, e nel mese seguente inizia a tentare di pronunciare le prime parole.
Dopo 12 mesi iniziano ad essere pronunciate le prime parole di senso compiuto, a 18 mesi il vocabolario vanta alcune decine di parole.
Quando il bimbo ha 2 anni è in grado di pronunciare un numero più alto di frasi costituite da alcune parole le quali, potrebbero essere anche intuite anche da soggetti che non hanno quotidianamente a che fare con il piccolo.
Dai 3 a 5 anni il vocabolario del bambino e le sue capacità cognitive aumentano e il piccolo diviene così in grado di comprendere, e al contempo di porre delle domande e di esprimere dei desideri.
Nel caso in cui si riscontrassero dei ritardi rilevanti rispetto a questi step è opportuno rivolgersi ad uno specialista.
Oltre a tutto ciò, vanno considerati con uguale attenzione comportamenti che potrebbero rappresentare dei campanelli d’allarme di un’ipoacusia dei bambini, come ad esempio l’avvicinarsi eccessivamente alla televisione, l’alzare oltremodo il volume della stessa, la difficoltà a percepire chi parla al di fuori del suo raggio visivo, la non reazione a suoni di intensità significativa.