Oltre tutto occorre puntualizzare che le caratteristiche di un suono complesso risultano differenti quando il trasmettitore è in contatto diretto con l’addome materno. Ciò accade perchè i suoni possono essere distorti acusticamente e alcuni dei loro componenti possono essere amplificati. Ad esempio, rumori di 70dB possono raggiungere 110dB e più in utero, dato che il corpo materno agisce come se fosse una camera di risonanza. Questo fenomeno risulta essere particolarmente pericoloso per la coclea in via di sviluppo.
Il periodo più delicato per il feto è quello tra il 6° e l’8° mese di gravidanza. Occorre ricordare per altro che, il feto non può esprimere il suo disagio. Bisogna quindi evitare di esporre il feto a suoni violenti direttamente a contatto con l’addome, suoni che possono comportarsi come tanti suoni aggressivi su un apparato uditivo non ancora maturo.
Durante l’ultimo trimestre di gravidanza, l’udito si sviluppa gradualmente e prosegue nel suo affinamento durante i primi due anni dopo la nascita.
Le vie uditive iniziano ad essere funzionali già dal 7° mese.
A circa 7 mesi e mezzo, iniziano a registrarsi in maniera abbastanza stabile le prime risposte motorie a seconda dell’intensità del segnale sonoro, così come l’aumento della frequenza cardiaca. Questo richiede stimoli molto intensi, pari o superiori a 110dB.
Arrivati in prossimità del termine, il feto registra risposte differenti a seconda dell’intensità e della frequenza.
A partire dagli 8 mesi di gravidanza, il feto evidenzia risposte cardiache diverse alla voce materna rispetto ad un’altra voce femminile. Tali modificazioni sono simili a quelle osservati nel neonato a termine, sveglio quando la madre gli parla.
Nei neonati da 2 a 4 giorni, le tecniche di condizionamento della suzione non nutritiva hanno mostrato una netta preferenza per i suoni cardiovascolari intrauterini e la voce materna rispetto alla voce di un’altra donna.
Infine, i neonati mostrano anche di aver riconosciuto il timbro di una voce e/o la particolare prosodia di una persona. Inoltre, non mostrano una preferenza per la voce paterna rispetto a quella di un maschio sconosciuto.

In conclusione il nascituro ha abbastanza da sentire nell’utero e tutto da imparare dopo la nascita.
Egli è naturalmente esposto a stimoli appropriati che assicurano uno sviluppo sensoriale armonioso. Non c’è quindi assolutamente necessità di fornire ulteriori stimoli inappropriati se non se non vengono seguite regole precise

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