Studio scopre come riconoscere i primi danni all'udito causato da lavori rumorosi

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Studio scopre come riconoscere i primi danni all’udito causato da lavori rumorosi

Recenti studi scientifici hanno identificato metodi innovativi per riconoscere precocemente i danni all’udito causati dall’esposizione a rumori intensi in ambienti lavorativi. Questi approcci permettono di individuare segnali di ipoacusia prima che si manifestino sintomi evidenti, facilitando interventi tempestivi e prevenzione efficace.
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Tecniche avanzate per la rilevazione precoce

Audiometria ad alta frequenza (EHF)

Tradizionalmente, l’udito viene testato fino a 8 kHz. Tuttavia, l’audiometria ad alta frequenza estende le misurazioni fino a 16 kHz, rivelando danni iniziali non rilevabili con i test convenzionali. Studi hanno dimostrato che i lavoratori esposti a rumori intensi presentano soglie uditive più elevate nelle frequenze superiori, anche in assenza di sintomi clinici evidenti.

Emissioni otoacustiche (OAE)

Le OAE sono suoni generati dall’orecchio interno in risposta a stimoli acustici. La loro presenza indica un funzionamento normale delle cellule ciliate. Una riduzione o assenza di OAE può segnalare danni precoci all’udito, anche quando l’audiometria tradizionale risulta normale.

Biomarcatori e test cognitivi

La ricerca ha evidenziato che frequenze come 12,5 kHz possono fungere da indicatori sensibili per la perdita uditiva indotta dal rumore. Inoltre, test cognitivi specifici possono rilevare difficoltà nella percezione del parlato in ambienti rumorosi, suggerendo danni uditivi non ancora evidenti nei test standard.

Apprendimento automatico (Machine Learning)

L’intelligenza artificiale viene utilizzata per analizzare dati relativi all’esposizione al rumore, età, abitudini (come il fumo) e sintomi (come l’acufene) per prevedere il rischio di perdita uditiva. Modelli basati su algoritmi avanzati hanno raggiunto un’accuratezza fino al 90% nella previsione della perdita uditiva indotta dal rumore.

Fasi della perdita uditiva da rumore

La perdita uditiva causata dal rumore si sviluppa generalmente in tre fasi:

Danno subclinico: Le cellule ciliate iniziano a deteriorarsi senza sintomi evidenti.
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Ipoacusia iniziale: Si manifestano difficoltà nell’udito, spesso nelle frequenze alte, ma la comprensione del parlato rimane relativamente intatta.

Ipoacusia avanzata: La perdita uditiva diventa significativa, influenzando la comunicazione quotidiana.

Prevenzione e monitoraggio

Per proteggere l’udito in ambienti rumorosi, è fondamentale:

Utilizzare dispositivi di protezione individuale, come tappi auricolari o cuffie antirumore.
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Effettuare controlli audiometrici regolari, inclusi test ad alta frequenza e OAE.

Implementare programmi di conservazione dell’udito nei luoghi di lavoro, con formazione e sensibilizzazione.

Monitorare i livelli di rumore e adottare misure per ridurli, come l’uso di macchinari meno rumorosi o barriere acustiche.
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Se lavori in un ambiente rumoroso o sospetti di avere problemi uditivi, è consigliabile consultare uno specialista per una valutazione approfondita.

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